Ad ogni modo, non è finita qui, perché nel tritacarne del "linguaggio non inclusivo" sono finite anche parole come blacklist (cioè la lista di siti vietati) e whitelist (lista di siti affidabili). In questo caso, l’Alta Inquisizione di Twitter consiglia l’utilizzo dei termini denylist e allowlist.
Non manca inoltre anche un assist all’ideologia gender: perché ad esempio rivolgersi a tutti dicendo "ehi ragazzi"? Non vi accorgete che, così facendo, state discriminando le donne?.
Insomma, via guys e largo a folks, people, you all. Per adesso siamo ancora alla fase in cui Twitter si limita a "consigliare" questo "linguaggio inclusivo". Ma quanto tempo occorrerà prima che il suggerimento si trasformi in obbligo?
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